L’Università degli Studi dell’Aquila è uno dei dieci partner del progetto di ricerca LIFEMap. Qual è il ruolo dell’ateneo nel progetto di ricerca? Edoardo Alesse, rettore dell’Università degli Studi dell’Aquila, afferma: “È un ruolo prevalentemente di natura tecnologica perché mettiamo a disposizione le nostre competenze sia di base sia avanzate in informatica, finalizzate alle analisi di genomi, di sequenze del DNA di varia provenienza e soprattutto di varia cronologia nell’ambito di alcune patologie che vogliono essere monitorate. È un esperimento che offre prospettive di miglioramento alla diagnosi, alla prognosi e alla terapia delle malattie e offre anche spazio di partecipazione per i nostri allievi in alcuni ambiti di studio, come la scienza dei dati oppure la stessa informatica nei quali possono esercitarsi e acquisire delle esperienze nell’ambito di un progetto scientifico reale”.
Da medico, il progetto studia numerose malattie cardiovascolari e neoplastiche nei bambini e negli adulti, in che modo la mappatura genomica può prevenire l’insorgenza di queste patologie? “Non può prevenire l’insorgenza, ma può sicuramente comportare una migliore gestione della malattia evitando per esempio crisi che possono verificarsi durante il decorso, ma soprattutto rendendo la diagnosi più precisa e può rendere più facilmente gestibile la terapia che è condizionata ovviamente dalla diagnosi genetica. Ecco il concetto che si chiama medicina delle “4 P” è una medicina preventiva, predittiva, personalizzata e partecipata dagli stessi pazienti”.
A cura di Ilenia Inguì