Antinisca Di Marco, Università L’Aquila, evidenzia l’importanza dell’intelligenza artificiale nel progetto

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Antinisca Di Marco, Professoressa associata di Informatica presso l’Università degli Studi dell’Aquila chiarisce le finalità del meeting de L’Aquila che si è tenuto lo scorso 20 e 21 marzo: “L’obiettivo del meeting a L’Aquila è iniziare a mettere le basi sulle analisi che andremo a sviluppare per il progetto, nonché prendere decisioni sull’infrastruttura tecnologica e, infine, consolidare il modello integrato, arricchito, al momento, con dati sintetici, in attesa di avere dati reali ottenuti dal reclutamento dei pazienti. È un meeting molto operativo, per questo è chiamato ‘working meeting’ e non è solo raccontare lo stato dell’arte, ma anche buttare le basi del lavoro successivo”.

Qual è lo stato dell’arte del tavolo infrastrutture nel progetto LIFEMap? “Il tavolo infrastrutture ha come obiettivo la creazione dell’infrastruttura di ricerca che, nel progetto, è chiamata METIS ed è composta da un data lake che conterrà i dati genetici, clinici, nonché tutto ciò che riusciremo ad agganciare anche con dati esterni al fine di creare quel mondo dei dati che poi verrà analizzato con varie tecniche” evidenzia Di Marco. “Abbiamo scelto tecniche di statistica genetica, tecniche di bioinformatica e, infine, di intelligenza artificiale, che siano explainable, ossia che ci dicano anche perché la predizione è stata definita in quel modo dai modelli di intelligenza artificiale, proprio per spiegare la predizione che si otterrà attraverso queste tecniche. Attualmente siamo in una fase di ricognizione di ciò che abbiamo. Siamo partiti bene perché abbiamo uno schema dei dati clinici. Abbiamo scelto la tipologia del dato genetico che andremo a trattare anche nella forma dei file, quindi il formato dei file che dovremo gestire e appunto in questa fase, in questi due giorni abbiamo definito le tecniche di analisi che vorremmo andare a utilizzare per predisporre un ambiente virtuale, sicuro che garantisca la privacy secondo le normative legali. Molto probabilmente poggeremo questo ambiente virtuale su un’infrastruttura di ricerca europea che ha l’obiettivo di usare dati e di valorizzarli per comprendere fenomeni complessi”.

Che ruolo avrà l’intelligenza artificiale in questo progetto di ricerca? “L’intelligenza artificiale ha un nuovo ruolo perché l’obiettivo di questo progetto è di identificare nuove associazioni tra le patologie del bambino e quelle dell’adulto e quindi abbiamo bisogno di guardare oltre a ciò che ci dice la statistica. La statistica descrive il dato e non fa associazioni predittive. L’obiettivo dell’intelligenza artificiale è cercare di comprendere, di allenare questi modelli per predire queste nuove associazioni. Identificare combinando non solo i dati clinici, ma anche quelli genetici con le ontologie, per cercare di comprendere fenomeni che oggi non sono emersi”.

Qual è ad oggi l’apporto dell’ateneo nel progetto di ricerca? “L’apporto dell’ateneo è duplice perché l’Università degli Studi dell’Aquila partecipa con il contributo di due gruppi di ricerca, uno legato al dipartimento di medicina e l’altro invece legato a un dipartimento più tecnologico, matematico. Portiamo lo studio dei dati genetici di un certo tipo che si chiamano SNP array, invece, il mio contributo è legato alla tecnologia sia nel predisporre un’infrastruttura che si basa su piattaforme con capacità lavorative molto grandi, quelle che noi chiamiamo high performance computing. Il contributo è dunque non solo quello di predisporre a livello tecnologico, ma anche identificare e delineare nuove tecniche di analisi basate sull’intelligenza artificiale” spiega Di Marco.

A cura di Ilenia Inguì

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