Angelo De Luca, Direttore del progetto di ricerca LIFEMap, spiega com’è nato questo lavoro. “È nato quattro anni fa come idea, a cui è seguito un processo di design thinking che ha permesso di focalizzarci su quelle che sarebbero state le varie attività. L’idea progettuale era proprio quella di utilizzare gli strumenti tecnologici per creare delle metodologie di analisi predittiva che, poi, potessero essere utili ai pazienti” afferma.
LIFEMap è un progetto di ricerca guidato dall’Istituto Giannina Gaslini di Genova di cui fanno parte in totale dieci enti di ricerca. “L’obiettivo di questo progetto è quello di riuscire a trovare una metodologia e un processo che possano permetterci di sapere con anticipo e dunque di predire, in base a una semplice analisi del genoma, quelle che possono essere le patologie future del paziente. Noi siamo molto attivi sul tema dell’intelligenza artificiale e sull’analisi dei big data. L’ICT ci permette di fare delle analisi, di creare dei modelli che difficilmente erano realizzabili in passato. L’analisi ci può portare a degli schemi diagnostici assolutamente innovativi” sottolinea De Luca.
Oltre all’esplosione dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie, quali pensa possano essere le prospettive future che questo progetto lancia? Il Direttore di LIFEMap chiarisce: “Sicuramente l’integrazione tra il sistema sanitario e quelle che sono le nuove tecnologie rappresenta una frontiera da portare sempre più avanti. Noi vediamo nel futuro molta più diagnostica che cura perché la cura di determinate malattie dipende da quanto riusciamo a prenderle in tempo per cui migliorare la diagnostica, fare una diagnostica più leggera, meno invasiva per il paziente, economica, fruibile e veloce rappresenta sicuramente un punto di svolta”.
Nell’ambito del progetto di ricerca LIFEMap, il CEFPAS in qualità di partner, coordinerà le attività di disseminazione e di formazione che saranno sviluppate a partire dai risultati di progetto. Quali sono le caratteristiche fondamentali per un buon piano di disseminazione e formazione? “La disseminazione, com’è prevista nel progetto, entra nell’ottica di riuscire a fare una mediazione culturale ossia di non lasciare quest’attività nelle mani di un asset tecnico, ma di riuscire ad avere una user experience di tutte le attività fruibili da un pubblico ampio in modo che l’utilizzo di queste attività di disseminazione sarà a vantaggio di tutti. Per quanto riguarda la formazione, nel processo, è prevista la realizzazione di una capacity building (processo continuo di miglioramento degli individui in un determinato ambito, ndr) sulle nuove tecnologie, sulle nuove procedure a medici, infermieri, caregiver, ovvero a tutti i beneficiari intermedi che poi veicoleranno verso i pazienti finali”.
Fonte e Foto: Thelifemap.it
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